Lilla Lee Tosca Opera Balticka Gdansk

TOSCA

Luigi Illica, Giuseppe Giacosa

Music director: Tadeusz Kozłowski

Director: Marek Weiss

Set designer: Hanna Szymczak

Chorus master: Anna Michalak
Lights: Piotr Miszkiewicz
Musical colaboration:Sylwia Anna Janiak
Assistant director: Magdalena Szlawska
Assistant set designer: Maksym Kohyt

Chorus masters of Children’s Choir Teresa Pabjańczyk, Marta Brozdowska

Premiere 25 May 2014

duration 2 h 25′
italian language version with polish subtitles

Tosca: Lilla Lee (24, 27 X) / Katarzyna Hołysz (25, 28 X)
Cavaradossi: Jacek Laszczkowski (24, 27 X) / Paweł Skałuba (25, 28 X)
Scarpia: Mikołaj Zalasiński
Angelotti: Piotr Nowacki
A Sacristan: Daniel Borowski
Spoletta:Krzysztof Rzeszutek
Sciarrone: Rafał Sambor

A Jailer Jacek Jasman

Shepherd

and
Baltic Opera Choir

and Canzonetta – Children’s Choir of Music School in Gdańsk,
Baltic Opera Orchestra

conductor: Tadeusz Kozłowski

L’azione si svolge nel 1800 a Roma in un clima di tensione in seguito agli avvenimenti rivoluzionari in Francia e alla caduta della prima Repubblica Romana.

ATTO I ‘Chiesa di Sant’Andrea della Valle

Il prigioniero politico Cesare Angelotti, evaso da Castel Sant’Angelo, cerca rifugio nella chiesa, trova la chiave nel luogo convenuto ed entra nella cappella che appartiene alla sorella, la marchesa Attavanti.
La donna è stata ritratta senza saperlo in un quadro del pittore Mario Cavaradossi il quale sta dipingendo una cappella della chiesa.
Angelotti si nasconde all’apparire del sagrestano; costui borbottando mette in ordine gli attrezzi del pittore il quale giunge poco dopo per continuare il suo dipinto. Il sagrestano si congeda, allora Angelotti esce dal nascondiglio, riconosce in Cavaradossi un amico e gli racconta la sua avventurosa fuga. Il loro colloquio è interrotto dall’arrivo di Floria Tosca, la bella cantante amante del pittore.
Di nuovo Angelotti si nasconde; Tosca, mentre espone a Mario il suo progetto amoroso per la sera, vede nella figura della Maddalena del dipinto la marchesa Attavanti, fa una scenata di gelosia al pittore che riesce a calmarla. All’uscita di Tosca il fuggitivo riappare e continua il dialogo con Mario che gli offre il suo aiuto.
Cavaradossi e Angelotti lasciano la chiesa dove entra, alla ricerca dell’evaso, poco dopo Scarpia, capo della polizia papalina, sospettando di Mario bonapartista.
Tosca torna alla chiesa per informare l’amato che la sera deve cantare a Palazzo Farnese per i festeggiamenti della vittoria dell’esercito austriaco su Napoleone a Marengo.
Scarpia, che si è invaghito di Tosca, alimenta la gelosia della giovane; costei sospettando un incontro di Mario con la marchesa giura di ritrovarli mentre viene seguita dal poliziotto Spoletta per ordine del suo capo.

ATTO II ‘Palazzo Farnese’

Scarpia, mentre cena in una sala di Palazzo Farnese, ode la voce di Tosca che esegue la cantata celebrativa; nel frattempo i poliziotti conducono in sua presenza Mario che, arrestato e interrogato, rifiutando di rivelare il nascondiglio di Angelotti, viene condotto in una stanza dove viene torturato.
Sopraggiunta Tosca convocata da Scarpia, udendo i gemiti dell’amato, rivela il nascondiglio del fuggitivo: il pozzo della villa di Cavaradossi.
Mario apprende del tradimento della giovane e si rifiuta di abbracciarla; in quel momento arriva il gendarme Sciarrone ad annunciare che Napoleone non ha subito una sconfitta, ma ha vinto a Marengo.
Mario esulta ad alta voce e Scarpia lo condanna immediatamente a morte. Disperata, Tosca gli chiede di concedere la grazia a Mario. Scarpia la ricatta: se gli si concederà, potrà salvare Cavaradossi e lasciare Roma con lui. Viene interrotto da Spoletta il quale informa che Angelotti per evitare la cattura si è ucciso.
Tosca promette di darsi a Scarpia in cambio della vita dell’amato, allora costui finge di dare ordini perché la fucilazione di Mario sia solo simulata con i fucili caricati a salve. Mentre quello compila il salvacondotto la giovane prende un coltello e lo uccide.

ATTO III ‘La piattaforma di Castel Sant’Angelo’

È l’alba. Cavaradossi, in attesa di essere giustiziato, inizia a scrivere una lettera di addio che un carceriere, in cambio di un anello, dovrà consegnere a Tosca. La donna arriva e informa il giovane della fucilazione simulata; in realtà Scarpia l’ha ingannata: Mario viene fucilato veramente.
Allora Tosca, disperata ed inseguita dagli sbirri che hanno scoperto il cadavere di Scarpia, si getta dagli spalti del castello.