15 Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. 16 Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. 17 E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, 18 prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Mc16,9-20
Si è conclusa la la produzione di Tosca presso il teatro Filarmonico di Verona. Ringrazio di cuore la redazione di ierioggiedomaniopera, nella persona di Francesco Lodola, l’ unica rivista d’ opera ad essere veramente presente in sala alla recita di Tosca, andata in scena il 28 Marzo 2017.
Vi riporto il contenuto dell’ articolo che trovate a questo indirizzo: https://ierioggidomaniopera.wordpress.com/2017/03/29/teatro-filarmonico-di-verona-tosca-cast-alternativo/
Aperta dall’ormai purtroppo consueto comunicato sindacale, il 28 marzo è andata in scena la quinta recita di “Tosca” al Teatro Filarmonico di Verona, gremito grazie al titolo popolare. La grande perplessità è perché proporre Tosca al chiuso e rifarla anche in Arena tra pochi mesi. Ma questi sono i misteri della fede. L’allestimento firmato da Giovanni Ahostinucci (recensito più dettagliatamente in occasione della prima) rimane lineare, ma non sempre coerente, con momenti esteticamente e registicamente brutti, così come i costumi.
Antonino Fogliani dirige una Tosca teatralissima, con tempi serrati e dinamiche ampie, che però non sovrastano mai il canto. Manca forse un po’ il lirismo e il senso del “rubato” pucciniano.
Bene si comportano Stella Capelli (pastorello), Daniele Cusari (un carceriere), Andrea Cortese (Sciarrone), Antonello Ceron (Spoletta) e Gianluca Lentini (Angelotti).
Boris Statsenko è uno Scarpia di vocalità importante, che guarda nel suo ritratto alla scuola verista. È imponente nel gesto, e pletorico negli accenti. Mette in risalto il lato animalesco del personaggio, come richiede la regia.
Mikheil Sheshaberidze è Mario. I mezzi non mancano e lo squillo in acuto è notevole. Ora si tratta di mettere a fuoco le grandi qualità e di incanalare bene il tutto.
Lilla Lee mette in pratica le volontà di Puccini, che desiderava delle donne fatte di piccole cose e grandi dolori. La sua Tosca lascia fuori la Diva ed è una donna ingenuamente innamorata e dolcissima. La vocalità è importantissima, con un colore prezioso e un’emissione perfettamente in maschera (infatti sovrasta tutti per volume e nitidezza di suono). Supera benissimo lo scoglio del II atto, cantando sempre, anche le frasi più impervie, e ci regala anche teatralmente un bellissimo finale.
Grande successo per tutti
Francesco Lodola